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Friday, December 9, 2011

Aborto - Una legge da rivedere

Su facebook mi è capitato sott'occhio questo articolo di Repubblica sull'aborto. Situazione allucinante, non c'è dubbio, ma quello che mi ha irritato e sconvolto ancora di più sono stati una serie di commenti (che potete trovare sulla pagina di facebook "Laicità dello Stato"). Dai commenti stessi ho avuto la sensazione che la maggior parte delle persone che si è lì espressa (a favore o contro), si sia limitata a leggere il solo titolo: "Abortire tra gli obiettori, in un'Italia dove i medici rimasti a praticare aborti sono solo 150".
Premetto che mi fanno arrabbiare quelle donne che ritengono l'aborto un metodo contraccettivo alla stregua di un altro. Ma sono poche, sì: sono poche! (Avete mai lavorato in un centro di ascolto sociale? Avete mai parlato con qualcuna a cui è capitato?) In particolare nell'articolo si mette in evidenza che questa legge non funziona per quelle donne che hanno deciso e desiderato diventare madri e che loro malgrado sono costrette ad abortire per gravi malformazioni del feto (gravità stabilita dagli stessi ginecologi obiettori, non certo dai futuri genitori) o addirittura perché rischiano di morire per complicazioni a causa di un feto con «Liquido amniotico inesistente, arti inferiori oramai infilati nel canale». Dolore, dolore e dolore. E' questa la parola che si accompagna ad "aborto". I maschietti, che questo dolore non riescono a percepire, dovrebbero astenersi dallo sputare sentenze visto che la cosa non li riguarda (in senso letterale ed emozionale).
Alla signora che afferma: "C'è una legge e va rispettata", vorrei far notare (tralasciando le considerazioni sulla Costituzione che tutela il diritto alla salute) che una legge è fatta da esseri umani (generalmente maschi, benestanti che non usufruiscono della sanità pubblica) fallibili e che dopo uno studio sull'insoddisfacente (per non dire drammatico) "stato dell'arte" degli effetti della legge, questa va cambiata. Auspicabilmente migliorata.
La cosa che credo sia sfuggita ai più è che, alla fin fine, il problema si riduce a una divisione fra cittadini di serie A e cittadini di serie B: se hai soldi puoi aggirare questa "legge che deve essere rispettata", evitando di aggiungere dolore al dolore andando in una struttura privata (dove - c'è bisogno di ricordarlo? - gli obiettori-per-convenienza nelle strutture pubbliche diventano non-obiettori-per-denaro) o pagandosi un viaggio all'estero, per cercare magari di separare questo evento doloroso dall'ambiente della quotidianità.