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Friday, February 3, 2012

Un po' di vintage...


Di seguito un breve brano scritto per il concorso "Tiro Rapido" (edizione 2009) indetto dalla Porsche in collaborazione con "L'Europeo": 550 minuti per stilare un racconto noir da una traccia data al momento e con un massimo di 2500 caratteri.
E' stato la mia prima pubblicazione :-)


Il colpo

Ancora una volta impugno una mazza. La mano ferma, il corpo che si protende in avanti grazie allo slancio impresso dal tallone dietro. Bisogna colpire con decisione. Senza tentennamenti. Sempre.
Ero bravo a baseball.
Non mi è mai piaciuto però. È stato mio padre a insistere.
Così ho imparato: tutto il peso si scarica in quell'unico colpo che devi infliggere alla palla.
Ma i campioni non sanno cosa si provi a sferrarne uno di seguito all'altro su un corpo di consistenza eterogenea. Il fremito di paura iniziale si trasforma in eccitamento e le scariche di adrenalina ti galvanizzano nello sfogo della rabbia per anni repressa.
Volevo che smettessero di urlare, mentre sentivo le loro ossa spezzarsi e gli organi spappolarsi.
Erano i miei genitori, ma avrebbero potuto essere quelli di qualcun altro. Davide ha ricevuto entusiastiche lettere di ammirazione per il gesto compiuto.
Sì, Davide, il matto del paese. Me l'ero portato dietro quel giorno. Come previsto hanno scaricato la colpa su di lui e io ho intascato l'eredità.
L'officina meccanica, che ho subito venduto e la villetta.
Erano persone dalle vedute limitate i miei. Per loro la vita consisteva in lavoro, lavoro e ancora lavoro per guadagnare denaro. Nulla di riprovevole in quest'ultimo. Ho lasciato presto la scuola per il denaro. Nel ricco nord-est gli imprenditori si procacciano la manodopera direttamente nelle scuole professionali e quelli che non hanno voglia di studiare colgono la palla al balzo.
Settecento euro al mese! Si schiude l'indipendenza.
Poi arrivano i diciott'anni e la macchina. E certo non si può comprare un'utilitaria. Ci vuole un modello sportivo.
All'inizio mia madre ha assecondato le mie richieste. Poi la grancassa di lamentele di papà da sottofondo si è tramutata in baccano. Un insopportabile baccano.
A distanza di due anni l'eredità si è consumata. Non immaginavo che un milione si esaurisse così in fretta.
Ho contratto dei debiti. Con gli strozzini.
Ho ancora la mazza. Questa volta per difendermi.
Colpisco deciso.
La mazza si infrange sulle loro spranghe di ferro e io non riconosco la mia voce nell'urlo di dolore di ossa spezzate e organi spappolati.

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