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Thursday, May 17, 2012

Il cadavere


Da un breve scambio di battute lette su facebook, ho “tirato fuori” questo simpatico racconto (alquanto romanzato).

Il cadavere

“È arrivato!”
Gianluca spegne il cellulare per evitare disturbi in un momento catartico.
“Devo andare, devo andare.”
Insiste come se qualcuno lo trattenesse dal compiere un improrogabile dovere.
“Finite voi le mie paste.”
Lo dice, alzandosi con un braccio per metà dentro la giacca e l'altro che si allunga sul vassoio per ingollarne un'altra.
“Hai bisogno di una mano?” Chiede Sandra per mera educazione, con un boccone ancora in bocca e due dita davanti per non farsi scorgere, mentre la mano destra aleggia sul cabaret di dolci alla ricerca del nuovo prescelto.
“No, no - Gianluca sta pagando la sua quota alla cassa - è già tutto predisposto. Manuel, Giorgio! A casa

mia alle tre!” Ordina perentorio in un piano prestabilito con i due, mentre già supera la soglia della pasticceria per infilarsi in macchina.
“Caspita, che fretta! Cos'ha comprato di tanto delicato da lasciare a metà la colazione? Non lo riconosco più!” Osservo io, che, più metodica, ho precedentemente selezionato la mia quota parte, riponendola su un piattino che mi tengo vicino.
Sono le undici, ma, essendo domenica, è questa l'ora canonica per ritrovarsi per il primo e più importante pasto della giornata. I due complici intanto nicchiano sorridendosi, nemmeno dovessero tradire un segreto di Stato. Ma noi ragazze siamo superiori: non domanderemo oltre. Alle tre, puntuali più dei due compari reticenti, mettiamo piede nell'ingresso dell'appartamento di Gianluca.
“Venite, venite a vedere che meraviglia!” Sandra ed io ci guardiamo divertite: pare che il nostro amico non si sia accorto che al posto dei due baldi giovani che attendeva, sono arrivate due timide fanciulle. Non fa a tempo a condurci in salotto che il campanello squilla:
“Chi è adesso?!”
“Probabilmente Manuel e Giorgio” rispondiamo noi, in coro con l'eco delle voci dal citofono.
“Ah sì, devono aiutarmi con il restauro.”
Siamo sempre più curiose. Quale cimelio del passato avrà mai rinvenuto il colto Gianluca, pronto a riportarlo ai suoi antichi splendori? Dal vano scale, incuranti della quiete dei vicini, incitiamo Manuel e Giorgio che arrancano per i due piani senza ascensore. Riserviamo le frecciate ai due orgogliosi palestrati a momenti più opportuni; ora via in salotto, ad assistere alla scoperta della reliquia. Un pacco enorme, un metro e mezzo di lunghezza almeno, per sessanta centimetri di profondità e altrettanti di altezza! Gianluca scarta precipitoso e un baule verde carico e bordature nere ci si presenta alla vista:
“È appartenuto a una compagnia teatrale di Napoli all'inizio del secolo scorso!” Gianluca gongola.
“Ah bello! Anche mia nonna ne aveva uno – Sì, anche mia zia, dev'essere ancora in soffitta, mi hai dato un'idea: potrei venderlo su eBay – Sì, anche io ne ho uno a casa.”
“Insomma, a parte il darmi della zia e della nonna, volete dirmi che tutti ne avevate uno e io ho dovuto comprarlo!!” Glu è sdegnato!
“No, io non ce l'ho – rispondo in sincera ammirazione per lo stato di conservazione del baule – Non badare a questi plebei, non si rendono conto della differenza fra un baule rimasto a prendere polvere nella casa di un'anonima vecchietta e uno che racchiude in sé mille storie e un passato glorioso!!”
Gianluca riemerge in tutta la sua statura con un largo sorriso:
“Oh, qualcuno che capisce!”
“Su apriamolo - ci pungola Sandra eccitata - magari troviamo un cadavere!”
E in effetti, il cadavere lo troviamo davvero!
Ed eccoli, tre veri uomini, preparati al duro lavoro di restauro, di fronte alla carcassa rinsecchita di un topolino, che tirano a sorte per stabilire a chi tocchi il raccapricciante compito di prelevare l'antica salma e disinfettare il cimelio.
Sandra e io ci accomodiamo per assistere alla farsa. Peccato non avere una telecamera! Dopo dieci minuti, Sandra si alza spazientita, raccatta un pezzo di giornale in cui il baule era protetto e ci avvolge la sfortunata creatura buttandola nella pattumiera. Glu la osserva, poi, il braccio alzato come un banditore, sentenzia verso Manuel e Giorgio ammutoliti:
“Che il restauro abbia inizio!”

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